Un salvataggio a seimila chilometri di distanza, lungo una telefonata d’emergenza che una mamma dell’Angola ha fatto a un medico italiano di Crespano (Treviso) perché il figlio era caduto in un pozzo e stava rischiando la vita

bambino

Succede tra Crespano del Grappa e l’Angola, paese africano tra i più poveri del mondo, dove il medico Aurelio Tommasi, direttore sanitario del Suem di Crespano, è stato più volte in missione ed è conosciuto. E’ accaduto qualche giorno fa e la storia vale la pena di essere raccontata, così come la ricostruisce lo stesso medico. “Conosco questa donna, l’avevo conosciuta durante una missione in Africa. Mi ha chiamato al cellulare, parlando inglese: era terrorizzata” racconta Aurelio Tommasi, ancora incredulo. “Mi ha riferito che il figlioletto era caduto in un pozzo d’acqua”.
Tommasi ha quindi spiegato alla giovane donna come prestare le prime cure. “Le ho detto di andare in una delle nostre ambulanze e prendere un sondino” continua il medico, “le sarebbe servito a far uscire l’acqua dai polmoni”.
Non c’era tempo da perdere. Con il fiato sospeso e l’orecchio incollato al telefono ascoltava tutto quello che stava facendo la donna. Qualche istante di silenzio che ha fatto pensare al peggio. “Poi ho sentito al telefono un pianto disperato e ho capito che l’acqua era uscita dai polmoni e il bimbo aveva ripreso a respirare”. (Fonte: Huffington.it )

Un salvataggio a seimila chilometri di distanza, lungo una telefonata d’emergenza che una mamma dell’Angola ha fatto a un medico italiano di Crespano (Treviso) perché il figlio era caduto in un pozzo e stava rischiando la vitaultima modifica: 2015-12-17T14:42:53+01:00da berserkrargh
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